Film stranieri: Loveless, il film russo di Andrej Zvjagincev
Analizziamo "Loveless", film russo candidato all'Oscar al Miglior film straniero
Non solo blockbuster americani, ogni tanto vogliamo spingerci oltre le frontiere del cinema più popolare. Torniamo a parlare di film stranieri, esplorando cineasti e produzioni di diverse nazionalità. In questo articolo analizzeremo Loveless, film russo del regista di Leviathan Andrej Zvjagincev. Il film vinse nel 2017 il Premio della giuria al Festival di Cannes. Inoltre è stato candidato al Golden Globe e all’Oscar come miglior film straniero, non riuscendo però a portare a casa uno dei premi. Un film “senza amore” come esplicitato dal titolo, che indaga i rapporti umani e gli affetti con una fermezza e una decisione che arrivano con forte impatto. Ecco cosa pensiamo di Loveless, uno dei migliori film stranieri degli ultimi anni.
Film stranieri: Loveless, il film russo di Andrej Zvjagincev
Perdere per ritrovare
Mosca, Russia. Alëša è un bambino di dodici anni che passa le sue giornate tra la scuola e la sua cameretta. Non ha dei buoni rapporti con la madre, Ženja, e forse non li ha mai avuti. Casa sua è in vendita e Alëša scoprirà che il motivo di tutto ciò è l’imminente separazione dei genitori, che vivono da separati in casa. Questi ultimi continuano a litigare per la vendita della casa senza curarsi del bambino (meglio star davanti al cellulare) che trattano sempre con durezza, quasi “senza amore”. Loro hanno già trovato una sistemazione, con i rispettivi nuovi partner ma non l’hanno trovata al bambino.
E Alëša ascolta non solo le loro litigate per la casa ma anche quelle per il suo affidamento (in una sequenza terribilmente drammatica). Dopo il divorzio, infatti, nessuno dei due genitori vuole occuparsi del bambino e si discute della possibilità di portarlo in un istituto. Le due figure genitoriali così scontrose fra di loro, dovranno però unirsi e quasi fare squadra insieme ad altri quando un giorno scopriranno che Alëša non solo non è andato a scuola per due volte ma che non è neanche più tornato a casa. Il bambino è svanito nel nulla.
Senza amore
Ed è proprio questo il punto su cui ci soffermiamo: il titolo. Loveless, senza amore, esprime quasi perfettamente una presa di posizione ideologica, quasi un’accusa, da parte del regista. L’impatto forte con cui prima ci mostra quanto si possa essere non curanti della vita di un figlio, e dopo il fallimento totale di due esseri umani. Fallimento confermato dalla sparizione di Alëša. Il regista ci da una visione in cui i genitori, creandosi nuove vite dopo la separazione, ricominciano una sorta di loop senza amore. Nel loro sangue scorre il gelo e Zvjagincev ci fa pensare che la sparizione del piccolo sia soltanto una delle cose che sono successe, che potevano succedere e che forse in futuro succederanno se si vive senza amore.
Ma Loveless a volte sembra difendere le figure genitoriali, mostrandoci spesso come oggi sia diventato quasi impossibile prendersi cura e interessarsi di qualcuno e del suo bene. E ogni personaggio, ogni situazione sembra essere al punto giusto, sembra essere lì non per riempire dei vuoti ma a scopo simbolico. E come Pasolini fece morire il suo protagonista ne “La ricotta” perché «non aveva altro modo per ricordarci che anche lui era vivo», così Zvjagincev fa sparire Alëša, in modo da rendere evidente la solitudine di un bambino in mezzo ad un mondo di odio.
Il gelo della Russia
Che fine ha fatto il dodicenne? Ha voluto attirare l’attenzione oppure è stato rapito? Le ipotesi sono tante ma la soluzione sta solo nel cercarlo. Cercarlo ovunque. Zvjagincev, a una lavoro incredibile per mostrarci la ricerca. Ci mostra i luoghi più tetri e quelli più “comuni”, con bellissime e morbidissime carrellate e movimenti di macchina. Ma tutti con un’unica cosa in comune: una sontuosa fotografia che gela i luoghi. Il lavoro di studio del territorio che ci offre, soffermandosi ad inquadrare i luoghi, mostra una Russia che oltre a perdere Alëša, sta perdendo molto altro. Un paesaggio che ha molto più di umano rispetto alle persone senza amore.
Ci mostra le crisi, le insicurezze e il dramma di queste, come se il freddo dei luoghi sia in realtà insito nei loro cuori. Il regista li segue dilatando le azioni e il tempo per inserire nello sguardo della collettività malata il suo unto di vista. Punto di vista che a riferimento anche situazioni politiche che attanagliano la Russia negli ultimi anni, che non vengono risparmiate nel film. Descrive con suoni, immagini e con tutto ciò che può (e si fida moltissimo dei suoi mezzi) una terra abbandonata e in decadenza, proprio come il bambino. Il messaggio è forte e si può interpretare metaforicamente. Alëša è la Russia: egli è scomparso e solo in quel momento la sua figura acquisisce valore, però con il paese si deve evitare e non si deve arrivare a farlo “scomparire” come il bambino.
Un mondo da salvare
L’Unione Sovietica o meglio i suoi film (in generale i film stranieri di quel periodo), evidenziavano una squallore e un disagio generale. Il nuovo clima sembra essere messo pure peggio, con la nuova borghesia vittima dell’evoluzione tecnologica e dell’alienazione lavorativa, capace di allontanare l’individuo dagli affetti. In un mondo da dover mettere in salvo, pochi, quasi nessuno sembra riuscire a sfuggire al freddo gelido che immobilizza al cuore.
Andrej Zvjagincev aveva già pienamente convinto con Il ritorno, Elena e Leviathan. Con Loveless narra sì la Russia, ma esprime un pensiero condivisibile in buona parte della società mondiale e lo fa con una crudezza e un impatto che lo rendono probabilmente il miglior film russo del 2017 e uno dei migliori film stranieri dell’anno. Vincitore meritato del Premio della giuria a Cannes, era uno dei favoriti alla corsa all’Oscar. Il regista russo si conferma un ottimo narratore, soprattutto attraverso le immagini.
Loveless, di Andrej Zvjagincev
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- La regia di Andrej Zvjagincev: abilissimo a narrare attraverso le immagini
- Le tematiche: forti e d'impatto, stimolano la riflessione sulla nuova società alienata e allontanata dagli affetti
Lati negativi
- La crudezza: anche se la vicenda permette di essere "gelidi", manca giusto quella delicatezza in più che l'avrebbe reso un vero gioiello del cinema europeo