I migliori film apocalittici da vedere per esorcizzare tutte le paure
Un connubio di ansia e adrenalina fra zombi, epidemie, invasioni e cataclismi
Zombi famelici, mostri alieni, epidemie mortali, catastrofi e cataclismi di ogni tipo. I 20 film che vi consigliamo sono fatti della stessa materia di cui è fatta l’apocalisse: paura, adrenalina, sconvolgimenti e strategie di ogni tipo. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo adesso, in piena epidemia da coronavirus, sono in molti a sentire il bisogno di esorcizzare la paura rivolgendosi al cinema. Con i film apocalittici che vi proponiamo nella nostra top, vi vogliamo consigliare un elenco di titoli da recuperare o rivedere, suddividendoli per categorie. Il punto in comune, variamente declinato, fra le pellicole che vi proporremo risiede in una delle caratteristiche tipiche dei film di questo tipo. Di fronte all’apocalisse, i protagonisti devono mettere in campo strategie aggressive e fare appello a tutte le loro abilità per sopravvivere.
La selezione di titoli apocalittici che vi presentiamo comprende film che sono veri e propri classici e pellicole forse meno note ma altrettanto significative. Spazieremo dai cult del cinema horror a tema zombi, passando per la fantascienza, i monster movies e le pellicole sulla fine del mondo. Potete integrare la nostra top con un’altra interessante selezione di titoli proposta da FilmPost, il nostro articolo sui film catastrofici; qui troverete un approfondimento su tutte quelle pellicole in cui la natura si ribella all’uomo.
Indice
Film apocalittici: zombie apocalypse
Zombi (1978)
Classico del 1978 del maestro dell’horror George Romero e secondo capitolo della saga dei morti viventi inaugurata nel 1968 con Night of the Living Dead. Il film è arrivato in Italia col titolo Zombi, che snatura in parte il collegamento col titolo della prima pellicola della trilogia. Ambientato in un’America in preda al caos e al delirio a causa di un’invasione di morti viventi affamati di carne umana, Zombi è una pietra miliare dell’horror apocalittico. Mentre esercito e scienziati lavorano per trovare una soluzione, la situazione negli Stati Uniti precipita. La società intera è allo sbando, i sopravvissuti allo stremo e basta un morso da parte di una di queste creature per trasformarsi in uno zombi. Caos, paura, sopravvissuti che mettono in campo strategie per salvarsi la vita: gli elementi tipici del cinema apocalittico ci sono proprio tutti.
Non mancano nemmeno i razziatori, che sulla scia della follia dilagante uccidono e saccheggiano senza pietà. Romero collabora con Dario Argento nella stesura di soggetto e sceneggiatura. Il contributo di Argento traspare anche nella scelta della colonna sonora; fu proprio il regista italiano a presentare a Romero i Goblin, la band che ha curato le musiche nel film. La colonna sonora è una delle molte chicche del film: esasperante, straniante e ipnotica, valore aggiunto essenziale e coerente con la narrazione. Zombi è un film sul caos e una riflessione lucidissima sul ruolo dei media, cinici e impotenti, disposti a tutto purchè la gente, anche nel pieno dell’apocalisse, non cambi canale.
Il giorno dei morti (1985)
Terzo capitolo della saga di Romero, arrivato in Italia nel 1985; titolo originale: Day of the Dead. Altro scenario apocalittico declinato con tutti i canoni del genere uniti a una forte critica sociale rivolta anche nei confronti dei poteri forti. Gli zombi sono diventati i padroni della terra, mentre in un bunker sotterraneo un gruppo di scienziati e soldati studiano possibili strategie. Il dottor Lang conduce esperimenti sugli zombi, i nervi sono tesi e la convivenza nel bunker ha portato i sopravvissuti all’esasperazione. La situazione precipita ulteriormente quando un’orda di morti viventi fa irruzione nel rifugio…
Sebbene Il giorno dei morti non sia il più apprezzato dei film di Romero, quello che in questa pellicola funziona perfettamente è la resa dell’atmosfera apocalittica; non ci sono certezze, l’operato della scienza è sadico e efferato e l’esasperazione di chi dovrebbe avere un ruolo di guida porta a una situazione di caos nel caos. La tensione crescente e la claustrofobia delle ambientazioni giocano un ruolo fondamentale nell’instillare nello spettatore sensazioni di angoscia e paura. Il giorno dei morti è uno di quei film apocalittici che, sebbene con qualche difetto, centra perfettamente lo scopo di far provare forti emozioni a chi guarda.
World War Z (2013)
Nei panni dell’ex impiegato delle Nazioni Unite Gerry Lane, Brad Pitt è protagonista dello zombie movie apocalittico di Marc Foster del 2013. La vita del protagonista e della sua famiglia è sconvolta dall’apocalisse zombi su tutti i livelli. Richiamato in servizio per cercare il luogo di origine del contagio, Gerry accetta di partire in missione solo a patto che la sua famiglia venga messa in salvo su una nave del governo degli Stati Uniti. World War Z è uno di quei film apocalittici adrenalinici e ad alta tensione; gli zombi sono creature rabbiose e fameliche che a tratti ricordano gli infetti di 28 giorni dopo.
Nel pieno dell’apocalisse il protagonista deve pensare, oltre che al bene dell’umanità intera, anche alla salvezza della sua famiglia. Le sequenze corali che mostrano gli zombi, spesso con impressionanti riprese dall’alto, si alternano a scene molto intime e private con protagonisti Gerry e la moglie. Poco gore ma tanta adrenalina e sentimento per uno zombie movie in cui la dimensione pubblica e privata dell’apocalisse hanno lo stesso peso. Sulla base del film prodotto e interpretato da Brad Pitt è stato sviluppato un videogioco sparatutto in terza persona distribuito a partire da aprile 2019. Il film, invece, è la trasposizione cinematografica del romanzo del 2006 di Max Brooks World War Z: An Oral History of the Zombie War.
Train to Busan (2016)
Proseguiamo il nostro elenco di film apocalittici consigliati cambiando completamente scenario. Regia di Yeon Sang – ho per un horror sudcoreano davvero molto interessante: Train to Busan del 2016. Un padre acconsente di accompagnare la figlia a Busan dalla madre, da cui si è separato, quando all’improvviso si scatena l’apocalisse. Gli esseri umani si trasformano in zombi aggressivi e famelici, il cui unico punto debole è la completa cecità al buio. Il treno dove viaggiano Seok – wu e la piccola Su – an ha a bordo una donna infetta e in poco tempo il mezzo diventa una trappola mortale. Anche in questo film l’apocalisse è sia collettiva che personale; il protagonista, durante la catastrofe, riscopre il rapporto perduto con sua figlia e cambia radicalmente il suo modo di essere.
Train to Busan è anche un’interessante riflessione sociologica sulle diseguaglianze sociali e il cinismo degli esseri umani. Qui la lezione di Romero è forte, ma declinata in maniera personale. Significativo in quest’ottica il fatto che i passeggeri del treno continuino a temere di più il contatto con un senzatetto a bordo che l’orda di zombi. Ritmi serrati e scene d’azione ben orchestrate garantiscono tutta l’adrenalina tipica di questi film; angoscia, claustrofobia e senso di impotenza sono invece garantiti dall’ambientazione sul treno. Il ritmo cala sul finale, i cui tempi risultano eccessivamente dilatati, ma dopo tutta l’adrenalina e la tensione siamo abbastanza certi che la sequenza finale metterà a dura prova i vostri dotti lacrimali.
Zombieland – Doppio Colpo (2019)
A 10 anni dall’uscita di Zombieland, nel 2019 è arrivato nei cinema il secondo capitolo delle avventure di Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock: Zombieland – Doppio Colpo, per la regia di Ruben Fleischer. Con questa pellicola vi vogliamo proporre uno zombie movie che ha poco e niente dei canoni classici del genere e in cui l’apocalisse funge più che altro da espediente comico. Il risultato, esattamente come in Zombieland, è una combo pazzesca di personaggi memorabili, gore e adrenalina a fiumi. Il team è lo stesso del primo film e si ritrovano anche le stesse atmosfere, le dinamiche fra i personaggi, i dialoghi. Squadra vincente non si cambia e così Woody Harrelson si conferma la punta di diamante di un cast ben assortito e irresistibile.
Un personaggio brutale e fuori di testa, reso icona dal suo inconfondibile accento texano. Zombieland – Doppio Colpo è la prova che non tutti i film apocalittici vengono per terrorizzare e angosciare; alcuni vengono per dissacrare e sovvertire e, come in questo caso, ci riescono alla perfezione. Il film di Ruben Fleischer è un ottimo strumento per esorcizzare la paura e un antidoto alle ansie apocalittiche. Lo scopo primario del film è quello di divertire e far ridere; Zombieland – Doppio Colpo è un guilty pleasure a cui abbandonarsi e dal quale lasciarsi trascinare dal primo all’ultimo minuto.
Virus e epidemie
Cassandra Crossing (1976)
Proseguiamo la nostra selezione di film apocalittici spostandoci sul fronte virus ed epidemie. Iniziamo con una pellicola tutta ambientata su un treno: Cassandra Crossing, del 1976, per la regia di George Cosmatos. Cosmatos riunisce un cast stellare per un classico del genere catastrofico anni Settanta, che deve molto a film come Airport di George Seaton. Varie linee narrative che si intrecciano e un cast corale con al centro un personaggio principale che mette in campo tutte le sue forze e abilità per salvare la situazione. Due terroristi svedesi entrano in contatto con un misterioso virus letale nel tentativo di piazzare una bomba nella sede di Ginevra dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Per sfuggire alla polizia uno degli attentatori si nasconde su un treno diretto a Stoccolma. Il virus è frutto degli esperimenti biologici degli Stati Uniti e quando la situazione diventa apocalittica, la preoccupazione del colonnello Mackenzie è quella di smarcare il governo da ogni responsabilità. La soluzione è drammatica: dirottare il treno verso il Cassandra Crossing, un ponte pericolante in una zona isolata della Polonia. Sophia Loren, Richard Harris, Burt Lancaster, Alida Valli e Ava Gardner sono i protagonisti di un film ben confezionato prodotto da Carlo Ponti con un comparto tecnico tutto italiano. Angosciante e claustrofobico, Cassandra Crossing è uno di quei film che non possono mancare in una collezione di titoli apocalittici.
Virus letale (1995)
Arrivato in Italia nel 1995 e uscito in patria col titolo altrettanto ansiogeno Outbreak, è uno dei film apocalittici a tema epidemie che tutti abbiamo visto almeno una volta nella vita. Mentre in Africa si diffonde un virus più pericoloso e contagioso dell’ebola, il colonnello e medico Sam Daniels lancia l’allarme di una possibile diffusione a tappeto negli Stati Uniti. Le previsioni si avverano in breve tempo e mentre la scienza tenta il tutto e per tutto, le forze armate propongono soluzioni aggressive ed estreme. Mentre il contagio dilaga sempre più, vengono a galla alcuni terribili segreti militari.
Dustin Hoffman è protagonista di un film sulla paura del contagio e i segreti dei poteri forti dall’impianto piuttosto classico. Ci sono tutti i canoni del genere apocalittico: il dilagare di una piaga terribile, l’eroe inizialmente inascoltato, il pericolo sottovalutato e le contromisure estreme. Virus letale è uno di quei film che restituiscono bene la tensione e l’angoscia legate a queste situazioni; Dustin Hoffman, calato molto bene nel personaggio, coinvolge e convince.
28 giorni dopo (2002)
Un violentissimo virus di origine animale, liberato da alcuni incauti attivisti, che trasforma gli esseri umani in predatori aggressivi e rabbiosi e la lotta di un gruppo di sopravvissuti per salvarsi in un mondo allo sbando. Questi gli elementi da cui prende avvio 28 giorni dopo, del 2002, per la regia di Danny Boyle. Un’epidemia di rabbia ha messo in ginocchio la Gran Bretagna e, quando Jim si risveglia dal coma, ad attenderlo c’è una Londra deserta e spettrale. Jim si unisce ad un gruppetto di sopravvissuti e con loro parte alla volta di Manchester, dove alcuni soldati si sono rifugiati per fronteggiare l’orda di infetti rabbiosi. Anche lì, però, la situazione è tutt’altro che sotto controllo…
Il film di Danny Boyle con protagonista un giovanissimo Cillian Murphy è efficace e impressionante sotto diversi punti di vista. Le immagini di una Londra abbandonata e paurosamente vuota colpiscono nel segno, mentre seguiamo Jim avventurarsi per una città nella quale per chilometri e chilometri è impossibile scorgere anima viva. L’effetto è sconvolgente, straniante e realistico in una maniera disturbante. Nella seconda parte del film, più violenta e splatter, l’adrenalina sale e il risultato finale è un prodotto godibile, ben costruito e con un ritmo incalzante. Raggelante e sconfortante la classica (ma sempre calzante) riflessione su una società che, in piena apocalisse, è in grado solo di dare il peggio di se stessa. Tra i film apocalittici a tema epidemie, 28 giorni dopo è sicuramente una pellicola da vedere e rivedere.
Cabin Fever (2002)
Film horror del 2002 scritto e diretto da Eli Roth con una curiosa storia di origine. Pare che il regista abbia iniziato a pensare ai sintomi della misteriosa malattia che affligge i protagonisti dopo aver contratto una brutta infezione cutanea mentre si trovava in Islanda. Jeff, Marcy, Paul, Karen e Bert decidono di trascorrere una vacanza in un piccolo rifugio isolato in mezzo alle montagne. I cinque amici sono ignari del fatto che, qualche giorno prima, proprio nei pressi del cottage il solitario Henry ha contratto un virus dal suo cane. Durante un falò nel bosco, i ragazzi vengono avvicinati da Grimm, uno strano individuo che abbandona nei paraggi del rifugio il suo cane, Dr Mambo. La situazione precipita ulteriormente quando Henry, che manifesta i segni di una fascite necrotizzante, si presenta al cottage. In preda al panico, l’unica guida diventerà per i cinque amici l’istinto di sopravvivenza.
Eli Roth debutta dietro la macchina da presa con un horror sagnuinolento e angosciante che non inventa niente di nuovo, ma riesce a intrattenere e inquietare come da tradizione nei film apocalittici. Anche in questa pellicola i protagonisti si ritrovano costretti a compiere scelte estreme, spesso dettate dal panico, senza tener conto fino in fondo delle conseguenze. In Cabin Fever non c’è una critica diretta alla società o una riflessione analitica sulla contemporaneità; resta tuttavia il caposaldo del genere apocalittico che mostra come uno sconvolgimento totale e inarrestabile abbia conseguenze massicce sulla vita di ciascuno di noi.
Contagion (2011)
Qualcuno, in questi ultimi giorni, ha detto che il film di Steven Soderbergh del 2011, Contagion, andava preso sul serio. Le tagline del film, poi, sembrano didascalie della situazione attuale: “Non parlare con nessuno, non toccare nessuno” recita una, “Nessuno è immune alla paura” un’altra. Un cast stellare al servizio di Steven Soderbergh per una delle pellicole più ansiogene e realistiche degli ultimi anni: Gwyneth Paltrow, Jude Law, Kate Winslet, Marion Cotillard e Matt Damon fra gli altri. Qui la malattia si chiama MEV-1 ed è causata dalla commistione tra due virus di origine animale; in parole povere, il pipistrello sbagliato che incontra il maiale sbagliato. I medici iniziano subito la ricerca spasmodica di un vaccino, mentre un blogger cerca di lucrare sulla situazione diffondendo false notizie su una cura omeopatica.
Tra i film apocalittici a tema virus ed epidemie, Contagion è senza dubbio uno dei più disturbanti e angoscianti. Se si pensa alla situazione attuale, poi, corre un brivido lungo la schiena. Gli elementi tipici del genere ci sono proprio tutti: un virus contagiosissimo, la paura che si diffonde, la scienza che cerca una soluzione e la diffusione di false notizie. Grazie anche alle buone prove di un cast composto da grandi nomi e a un ritmo piuttosto serrato, Contagion è uno di quei film che rimangono impressi a lungo nella memoria dello spettatore. Ottima la resa delle atmosfere angoscianti e la rappresentazione della diffusione di un contagio a tappeto.
Film apocalittici: catastrofi e cataclismi
Terremoto (1974)
Proseguiamo il nostro elenco con un film apocalittico catastrofico del 1974, Terremoto, per la regia di Mark Robson con protagonisti Charlton Heston, Ava Gardner e George Kennedy. Il film venne presentato nei cinema nell’anno di uscita con un innovativo sistema audio, definito sensurround, che grazie all’utilizzo di potenti altoparlanti in sala dava l’impressione agli spettatori di percepire le scosse. Un devastante terremoto colpisce violentemente la città di Los Angeles sconvolgendo le vite di Stewart Graff (Heston) e del sergente Slade (Kennedy). Un geologo suggerisce che potrebbero seguire altre scosse, ma il suo grido di allarme rimane inascoltato. Puntualmente, un’altra violenta scossa colpisce la città, costringendo tutti a tentare il tutto e per tutto per cercare di salvarsi dall’apocalisse.
Il cataclisma è collocato narrativamente verso la metà del film, come a segnare un distacco tra la normalità e la catastrofe. Una fotografia dai colori vibranti e accesi ed effetti visivi e sonori azzeccati riescono a rendere al meglio la dimensione della catastrofe; palazzi che si sgretolano, grattacieli che crollano e abitazioni che si sbriciolano sotto gli occhi di chi guarda. Proprio per gli effetti sonori e visivi il film di Mark Robson si aggiudicò due Oscar. Anche senza il supporto del sensurround, Terremoto è in grado, nonostante i diversi decenni di distanza dalla data di uscita, di provocare più di qualche brivido lungo la schiena dello spettatore.
Segnali dal Futuro (2009)
Dalla nostra selezione di film apocalittici non poteva certo mancare un film con protagonista Nicolas Cage. Uscito in patria con un titolo piuttosto diverso, Knowing, il film diretto da Alex Proyas è una pellicola fantascientifica a sfondo apocalittico di un certo fascino. Il professor John Koestler entra in possesso, grazie al figlio, di un foglietto scritto 50 anni prima da una bambina che frequentava la sua stessa scuola. Sul foglio compaiono solo una serie di numeri, apparentemente non correlati l’uno con l’altro. Il professore, però, riesce a decodificarli e scopre che si tratta del giorno e del numero delle vittime dei peggiori disastri degli ultimi 50 anni. La scoperta peggiore, però, è che le catastrofi più disastrose non si sono ancora verificate.
Se c’è un merito indiscusso del film diretto da Alex Proyas è la costruzione e la resa di atmosfere grevi, tetre e angosciose. La fotografia predilige i toni scuri e un uso straniante delle luci contribuisce a rendere cupe anche le scene ambientate in una giornata di sole. Un montaggio serrato e diverse trovate narrative inaspettate completano il quadro. Sul finale qualcosa si perde, ma nel complesso Segnali dal Futuro è un film in cui l’apocalisse è ben tratteggiata. Anche qui troviamo i canoni immancabili del genere: l’uomo di scienza inascoltato, una situazione personale difficile da risolvere e la catastrofe globale che si mischia a quella personale.
Facciamola finita (2013)
Cambiamo completamente genere e tono e proseguiamo il nostro elenco di film apocalittici con una commedia che ha sì come sfondo l’apocalisse, ma tutta da ridere. Facciamola finita è un’ottima scelta per esorcizzare paure e angosce e passare un’ora e mezzo di puro divertimento. Il cast è composto di beniamini del grande schermo, tutti che interpretano loro stessi, ma i protagonisti principali sono Seth Rogen, James Franco, Jay Baruchel e Jonah Hill. Rogen, Baruchel e diverse altre celebrità hollywoodiane si ritrovano tutte riunite a casa di James Franco per una festa; all’improvviso, fuori, si scatena un’apocalisse che devasta la città di Los Angeles. I protagonisti si ritrovano così a mettere in atto una sgangherata serie di strategie di sopravvivenza che metteranno a dura prova i loro rapporti di amicizia.
Dietro la macchina da presa troviamo lo stesso Seth Rogen insieme a Evan Goldberg; l’apocalisse, qui, è il pretesto per mostrare che anche nelle situazioni più catastrofiche, ciascuno resta legato alle proprie debolezze e alle proprie vanità. Gli attori portano sullo schermo una versione parodistica e caricaturale di loro stessi in un disaster movie filtrato attraverso la chiave di lettura della commedia demenziale. Niente male l’idea di dipingere l’apocalisse come la venuta dell’Inferno sulla Terra, con tanto di Satana padrone di una Hollywood in fiamme.
Into the Storm (2014)
Silverton, Oklahoma: gli abitanti della cittadina sono in pericolo a causa di una serie anomala di tornado in avvicinamento. Pete, un cacciatore di tornado professionista, vuole riprendere il fenomeno dall’interno per realizzare un documentario mozzafiato. Anche Pete e la sua squadra, però, si accorgono presto di non essere preparati per quello che si trovano di fronte; la scelta sarà quella di scegliere se portare avanti l’impresa o mettersi in salvo. Diretto da Steven Quale, autore delle regie di seconde unità di Titanic e Avatar e storico collaboratore di James Cameron, ha l’estetica del found footage.
Into the Storm è stato realizzato con un budget piuttosto ridotto, cosa abbastanza anomala nell’ambito dei film apocalittici e catastrofici. Nonostante ciò gli effetti visivi, moltissimi realizzati a computer, sono esteticamente riusciti e spettacolari; persone risucchiate nei vortici, automobili ed edifici sollevati da terra che sembrano impattare con gli spettatori. L’effetto è coinvolgente e adrenalinico quanto basta e, nell’ottica del film, poco importa se la trama ha più di qualche buco e i dialoghi si avvicinano al so bad it’s so good. La pellicola, nel complesso, fa quello che deve fare, intrattenendo e creando la giusta atmosfera.
The Wave (2015)
Ci spostiamo in Norvegia con The Wave, film del 2015 diretto da Roar Uthaug. Il regista ha dichiarato di aver sempre apprezzato i film apocalittici e i disaster movie americani; per realizzare il suo, in stile norvegese, si è ispirato alla storia vera del villaggio Tafjord, dove nel 1934 una frana si staccò dal monte Langhamaren. Il geologo Kristian Eikjord si accorge di alcuni dati preoccupanti nel monitoraggio del monte Akerneset; gli viene detto di non preoccuparsi, ma lo scienziato si rende presto conto che la situazione potrebbe portare a un catastrofico tsunami. Viene lanciato l’allarme e si ordina l’evacuazione della città di Geiranger; Kristian si trova diviso tra le sue responsabilità professionali e quelle di padre e marito.
In The Wave a colpire, più che gli effetti speciali, sono la sceneggiatura ben scritta e la buona prova degli attori. Si empatizza facilmente coi protagonisti, perchè le dinamiche personali che vediamo sullo schermo sono tratteggiate in maniera molto credibile. Abbiamo la catastrofe naturale e abbiamo il dramma psicologico personale dei protagonisti. Regia e fotografia, poi, dedicano grande attenzione all’ambientazione: vediamo prima la cittadina turistica norvegese in tutta la sua bellezza, per poi assistere alla sua devastazione. The Wave è quindi un disaster movie apocalittico in grado di accontentare amanti del genere e non.
Film apocalittici: invasioni e mostri
La guerra dei mondi (2005)
Proseguiamo la nostra selezione con La guerra dei mondi, film fantascientifico diretto da Steven Spielberg del 2005 con protagonista Tom Cruise. Ray è un operaio e padre divorziato di Rachel e Robbie; i figli lo considerano poco più di un perdente e i rapporti all’interno della famiglia sono a dir poco tesi. L’uomo ha la custodia dei ragazzi nel week end ed è proprio durante questo momento che si scatena l’apocalisse. Una misteriosa civiltà aliena invade la Terra seminando morte, panico e distruzione. Inizia la lotta per la sopravvivenza, per Ray e i suoi figli, così come per tutti gli esseri umani; ma l’invasione aliena sembra non conoscere punti deboli.
Tratto, con le necessarie attualizzazioni, dal racconto del 1898 di H.G. Wells, La guerra dei mondi è un film apocalittico con un grande impatto spettacolare e un impianto solido. La narrazione è lineare, semplice ma estremamente efficace ed avvincente; gli effetti visivi e sonori sono spettacolari, basti pensare all’arrivo dei tripodi alieni. Abbastanza singolare l’assenza di figure tipiche in questo genere di film, ovvero i giornalisti spesso pressanti e senza scrupoli e gli scienziati. Anche qui l’apocalisse che si scatena sconvolge gli equilibri precari di una famiglia aiutando a ristabilire, nel caos, le giuste priorità.
The Host (2006)
Non poteva mancare, nella nostra top sui film apocalittici, una delle molte pellicole geniali del regista premio Oscar Bong Joon – ho: The Host, del 2006. Uno spaventoso mostro marino emerge all’improvviso dalle acque del fiume Han a Seoul aggredendo e uccidendo molte persone intente a godersi una bella giornata di sole. La nascita della mostruosa creatura è imputabile allo smaltimento abusivo di centinaia di bottiglie di formaldeide da parte di un anatomopatologo americano. Viene immediatamente dichiarato lo stato di emergenza e subito interviene l’esercito, mentre si scopre che il mostro anfibio è portatore di un pericoloso virus. Per questo alcune persone vengono isolate dal resto della popolazione; fra questi c’è la famiglia Park, che nell’attacco ha perso la giovane Hyun – seo, trascinata via dal mostro. Dovrà essere la famiglia stessa a fare l’impossibile per salvare la situazione.
Lo script, firmato dallo stesso Bong Joon – ho, è un autentico capolavoro: la narrazione cambia continuamente registro tra horror, commedia, action, critica sociale e dramma. Il talento registico di Bong Joon – ho, gli effetti visivi spettacolari, una colonna sonora centrata e la splendida prova dell’intero cast, fanno il resto. The Host è un monster movie geniale e da non perdere sotto tutti i punti di vista, che racchiude tutta una serie di riflessioni attualissime e scottanti. Prima fra tutte, l’unione di una famiglia considerata di perdenti, che nel bel mezzo di uno scenario apocalittico anche dal punto di vista politico e sociale, riesce a vincere, sola, contro tutti.
The Mist (2007)
The Mist è un film del 2007 diretto da Frank Darabont. Dave vive con la sua famiglia in una casa fuori città, vicino a un lago nel Maine. Dopo una tempesta particolarmente violenta inizia a diffondersi una fitta nebbia senza cause meteorologiche spiegabili. Dave e il suo vicino di casa Brent si dirigono verso il supermercato locale e, per strada, incrociano diversi mezzi militari che avanzano verso la misteriosa coltre di nebbia. Dave si ritrova intrappolato nel supermercato insieme ad altri cittadini, mentre Brent comincia a far menzione di un misterioso progetto. Ben presto la nebbia circonda tutto e dentro di essa si muovono spaventose creature mostruose.
Frank Darabont porta sullo schermo la trasposizione di un racconto del maestro del terrore Stephen King e lo fa piuttosto bene. La nebbia è un simbolo, uno spaventoso espediente narrativo per esplorare l’universo delle bassezze umane in situazioni di emergenza. L’apocalisse coglie i protagonisti nello spazio quotidiano e angusto di un supermercato e la convivenza in un luogo così limitato di certo non aiuta a tirar fuori il meglio delle persone. Dopo un momento iniziale in cui prevalgono solidarietà e fronte comune, tutti finiscono per tentare di imporre le proprie soluzioni e cedere alla crudeltà. La tensione non manca, come in tutti i migliori film apocalittici; qui, la marcia in più è l’analisi psicologica.
E venne il giorno (2008)
E venne il giorno è un film del 2008 scritto, diretto e prodotto da M. Night Shyamalan con protagonisti Mark Wahlberg e Zoey Deschanel. New York, Central Park, improvvisamente, senza ragione alcuna, le persone cadono vittime di uno stato confusionale e si tolgono la vita. Elliot e sua moglie Alma decidono di lasciare la città per rifugiarsi nelle campagne della Pennsylvania. Non sanno però che ormai nessun luogo è sicuro e ovunque decidano di andare una minaccia invisibile e letale continuerà a seguirli, senza lasciare scampo. E venne il giorno è un film apocalittico carico di angoscia, inquietudine e tensione crescente dall’inizio alla fine.
Il protagonista sarà costretto ad abbandonare le sue certezze e la realtà che lo circonda per ricostruirsi un piccolo nucleo nuovo e sicuro in un mondo che è diventato improvvisamente ostile e minaccioso. Una minaccia invisibile, dicevamo, che si percepisce come un brivido lungo la schiena ogni qual volta che il vento soffia tra gli alberi o fa muovere l’erba dei prati. Shyamalan si dimostra ancora una volta padrone delle dinamiche di creazione della tensione; una fotografia che predilige i colori freddi e lividi completa il lavoro. E venne il giorno è un film che colpisce nel segno e mette a nudo la paura degli esseri umani e la loro fragilità.
A Quiet Place (2018)
A Quiet Place – Un posto tranquillo è un film del 2018 scritto, diretto e interpretato da John Krasinski con Emily Blunt. La vita della famiglia Abbott è stata sconvolta dopo che dei predatori alieni, ciechi ma dotati di un udito eccellente, hanno decimato la popolazione sulla Terra. L’apocalisse è ancora in corso: tutti sono obbligati a condurre le loro vite osservando il più assoluto silenzio, per evitare di essere catturati. La famiglia Abbott ha perso il piccolo Beau, ucciso da una delle creature e tutti si sentono in colpa. In un’atmosfera surreale e drammatica, la vita è una vera e propria lotta per la sopravvivenza da condurre, rigorosamente, nel silenzio più totale.
Con A Quiet Place, Krasinski trasporta lo spettatore in un’esperienza dominata dalla tensione, sempre alta e sempre crescente dall’inizio alla fine del film. Il silenzio, qui, non è solo un espediente narrativo usato qua e là; è un elemento fondamentale, onnipresente e funzionale alla creazione della suspense. Il film non è solo una pellicola ad alta tensione ben strutturata e messa in scena, è anche una storia familiare che riesce più volte a commuovere; una sequenza che ben riassume entrambe le caratteristiche è quella in cui Evelyn (Emily Blunt) deve dare alla luce suo figlio senza emettere un suono.
Dispiace doverti correggere: il giorno dei morti viventi è il terzo della trilogia originale ideata da Romero. Nell’ordine: La notte dei morti viventi (Night of the living dead), Zombi (Dawn of…) e poi Il giorno dei morti viventi (Day of…)
Grazie della segnalazione Fabio!