10 film da guardare assolutamente e che hanno fatto la storia!
Noi di Filmpost vogliamo consigliarvi 10 film da guardare assolutamente, che vi conquisteranno fin dal primo frame!
Nel dizionario di lingua italiana “guardare” è definito come “dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto”. Ecco che quando noi guardiamo un film, fissiamo lo sguardo su questo oggetto proiettato sullo schermo. Se si protrae l’azione del “guardare” allora si vede un “vede” qualcosa. Per “vedere” noi però dobbiamo essere attirati fin da subito dall’oggetto, rimanerne folgorati. Noi di Filmpost, allora, vogliamo consigliarvi 10 film da guardare assolutamente e che vi lasceranno ammaliati fin dal primo frame.
Per stilare questa breve lista di film da guardare abbiamo voluto spaziare in tutti i generi. Le pellicole che vi vogliamo consigliare hanno indubbiamente segnato la storia del cinema; sono dunque opere imprescindibili per ogni cinefilo ma non per questo pretendiamo di riassumere la Settima arte in 10 titoli. Ciò sarebbe impossibile, però, abbiamo scelto opere che sono rappresentative di un un’epoca. Dall’espressionismo tedesco alla New Hollywood, per passare anche ai più grandi maestri italiani del cinema. Buona lettura!
10 film da guardare assolutamente!
Scegliere solo 10 film da guardare assolutamente è impresa assai ardua, se non praticamente impossibile. Per semplicità allora abbiamo voluto scegliere un film da guardare per ogni decennio dal 1920 ad oggi. 10 pellicole di cui non si può fare a meno perché vere e proprie perle rare della storia del cinema.
1 – Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene
Per iniziare il nostro viaggio nella storia del cinema non partiamo da Hollywood, casa della Settima arte nei primi decenni ‘900. Il nostro primo film da guardare nasce in Germania, dove il regista polacco Robert Wiene nel 1920 pone la prima pietra del cinema “espressionista” e riscrive la storia dell’arte cinematografica. Il Gabinetto del dottor Caligari è un’opera senza precedenti. Annoverabile nel genere horror, questo film muto riesce a condensare in 71 minuti tutta l’inquietudine che ribolliva nella Germania piegata dalla sconfitta della prima guerra mondiale.
La storia è narrata tramite l’espediente narrativo del falshback. Nel 1830 durante una fiera di paese si presenta il sinistro Dottor Caligari. Egli porta con se una bara in cui si trova Cesare, un sonnambulo che se risvegliato pare possa predire il futuro. Con l’arrivo di questi figuri inquietanti nel paese iniziano a morire in maniera sospetta delle persone. L’assassino è il mostruoso sonnambulo comandato da Caligari. Questo è un film da guardare assolutamente per la sua doppia chiave di lettura: una politica, in cui le azioni del Dottore folle e il suo mostruoso soldato esprimono il sentimento comune del popolo tedesco dell’epoca, spaesato e impoverito che vede lo Stato tedesco come un folle che opprime le loro vite e li “uccide” con le sue scelte politiche; la seconda è psicologica e psicoanalitica, e che si palesa nel finale “addolcito” e di cui non vogliamo rivelare troppo.
Da questa pellicola Martin Scorsese prenderà a piene mani per Shutter Island. A livello visivo questo è un’opera imprescindibile per l’utilizzo dei colori. Il color seppia e il blu la fanno da padrone e servono ad esprimere l’inquietudine dell’opera. L’horror si fa spazio tra le ombre dipinte sui fondali della scenografia: un’ombra aleggia sempre alle spalle del popolo tedesco.
2 – Susanna! di Howard Hawks
Per il secondo film da guardare approdiamo ad Hollywood. E rivolgiamoci verso uno dei più “hollywoodiani” dei registi del XX secolo, Howard Hawks. Hawks è un regista che ha scritto la storia del cinema in molti generi, non ultimo la commedia.
Susanna! è una pellicola del 1938 con protagonisti Cary Grant e Katharine Hepburn. Il primo è un paleontologo prossimo alle nozze, alla disperata ricerca di fondi per il suo museo. Proprio per questo motivo durante una partita a golf Grant incontra la Hepburn. I due si incontrano mentre la donna tenta di allontanarsi dal golf club con l’auto di Cary grant. Sembra tutto un grosso malinteso messo scena in maniera comica da Howard Hawks.
I due protagonisti incroceranno più volte i loro destini in situazioni comiche generate da incomprensioni e dalla irruenza della Hepburn, che sembra essersi catapulta nella vita del paleontologo per rovinarlo. Susanna! è un film da guardare perché, assieme a Ventesimo secolo diretto dallo stesso Hawks, è un nodo centrale per l’arte della commedia nel cinema. In particolare Susanna! è una pellicola zeppa di gag che generano la “commedia degli equvoci”. Molte sono le sequenze rimaste nell’immaginario e che a distanza di decenni risultano ancora divertenti. In particolare Hawks calca la mano sulle incomprensioni fra i due protagonisti da cui scaturiscono le scene comiche. E proprio l’esasperazione delle “sventure” che capitano al paleontologo danno un ritmo indiavolato all’opera e generano il riso nello spettatore che non ha un attimo di tregua.
Inoltre non mancano i dialoghi sovrapposti che Hawks utilizzava per rendere le scene più naturali; ricorre anche la tematica del “cameratismo” di un gruppo che deve affrontare delle difficoltà, tipica del patriottico regista. Un film da guadare assolutamente.
3 – Quarto Potere di Orson Welles
Passiamo al 1941, anno in cui viene girato una pellicola considerata da molti critici come la migliore mai prodotta nel XX secolo. Quarto potere di Orson Welles. Lo script trae ispirazione dalla vita di un magnate della stampa realmente esistito, William Randolph Hearst. Da qui Welles costruisce la storia, o meglio l’ascesa e il declino, dell’ambizioso Charles Foster Kane. Ma non è stato solo il racconto della vita di un uomo a fare di questo film un pezzo di storia del cinema che, ha ispirato molti registi delle generazioni successive.
La fortuna di Quarto potere e che lo rende imprescindibile in una classifica dei film da guardare sta nella sperimentazione che Welles fa dell’immagine cinematografica. Il regista muove la macchina da presa in maniere mai sperimentate prima e riesce a farlo senza risultare “eccessivo”, amalgamando racconto e messa in scena in maniera più che perfetta. Basterebbe il movimento di macchina “attraverso la vetrata” per farci letteralmente calare nelle indagini per scoprire chi era Charles Kane, per capire rendersi conto della magnificenza dell’opera.
Welles pur muovendo la cinepresa in maniera “innaturale” non si dimentica della parvenza di realtà necessaria per coinvolgere lo spettatore. Ecco che allora inserisce all’inizio del film uno spezzone in forma documentaristica, girato da lui stesso, per rendere più reali le gesta del protagonista.
Questi sono solo alcuni esempi della genialità che il regista mette in quest’opera e che verrà “copiata” e citata in tantissime pellicole successive, motivo che ha accresciuto la sua importanza nella storia del cinema. Insomma per chi si fosse perso Quarto potere, possiamo solo concludere dicendo che è un film imperdibile che vi ammalierà fin da subito.
4 – La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock
Continuando la classifica dei 10 film da guardare assolutamente, facciamo un balzo di diciassette anni e andiamo al 1958. Anno in cui esce nelle sale La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock. La pellicola del famosissimo regista passò abbastanza inosservata fra gli spettatori ma, grazie soprattutto a critici avveduti e registi della generazione successiva, oggi il film ha il suo posto d’onore nella storia.
La trama non è delle più semplici, ma cerchiamo di semplificarla. Un poliziotto (James Stewart) viene contatto da un suo ex compagno di college, ormai imprenditore di successo, per affidargli un incarico. Stewart dovrebbe pedinare la moglie dell’amico (Kim Novak) che da qualche tempo ha assunto comportamenti inspiegabili. La donna si è identificata con una sua bisnonna e con la sua sfortunata vita, sembra ossessionata che quella sorte possa accadere anche a lei. Il poliziotto se pur restio accetta l’incarico e finisce per innamorarsi della donna. Da qui si susseguirà una serie di vicissitudini sospette che metteranno a dura prova la “stabilità” mentale del personaggio di James Stewart.
Questo un film da guardare per essere un vero e proprio trattato sul “doppio”, sulla perdita di identità; sull’identificazione dell’oggetto del desiderio con un altro oggetto, al punto da rasentare l’ossessione, una pellicola che è un trattato sull’effetto Pigmalione. Inoltre Hitchcock inventa l’effetto Vertigo (che prende il nome proprio dal titolo originale del film). Per dare il senso di vertigine di cui soffre il nostro protagonista unisce una zoomata all’indietro ed una carrellata in avanti, deformando l’immagine per creare il senso di paura. Invenzione del regista, utilizzata registi del calibro di Steven Spielberg e che rendono La donna che visse due volte vera e propria storia del cinema.
5 – 8 e 1/2 di Federico Fellini
Per il quinto film da guardare assolutamente ci spostiamo in Italia, alla corte del regista più premiato e accreditato della storia del cinema italiano, Federico Fellini. Regista inimitabile, ma che è stato di ispirazione di autori di tutto il mondo, nel 1963 da vita alla più grande “epopea circense” della nostro cinema.
8 e 1/2 racconta le disavventure del regista Guido Anselmi e del suo “blocco dello scrittore”. il regista (interpretato da Marcello Mastroianni) deve dirigere un nuovo film ma non riesce a trovare una storia da raccontare. Scrive poche righe su di un protagonista, una donna e un’astronave, Anselmi però nasconde alla produzione l’inesistenza di un “film da girare” e così la produzione si muove per l’inizio delle riprese e viene messa in cantiere la costruzione di questa gigantesca astronave per il film.
Lo stesso Fellini ha affermato che la pellicola trae origine dalla sua incapacità di trovare la storia per la sua ultima fatica. La pellicola infatti lascia trasparire molto del carattere delle stesso regista di Rimini. Summa sulla metacinematografia, sul lavoro del regista, sulle produzioni all’epoca d’oro di Cinecittà. Eppure 8 e 1/2 risulta tutt’altro che documentaristico, Fellini amalgama la trama con sequenza fortemente oniriche che si rifanno alla sua infanzia, alla sua passione per il circo e il fumetto. Inoltre 8 e 1/2 è un film da guardare per essere un trattato sulla femminilità e sulla sensualità. Fellini filtra dal suo punto di vista tantissimi caratteri femminili, e la “donna” in tutte le sue caratterizzazioni alla fine è il vero carattere forte dell’opera.
Non vengono risparmiate imbeccate alla critica e ai critici. La “leggerezza” e il disimpegno si raccolgono nella sequenza finale, si fanno arte e fanno entrare questo film dalla porta principale dell’immaginario colletivo.
6 – Taxi Driver di Martin Scorsese
Arriviamo a gli anni ’70. Nel decennio precedente Hollywood aveva vissuto un periodo di sterilità creativa; nella decade successiva si affacciano al panorama cinematografico una schiera di nuovi e giovani registi. La New Hollywood con forza dirompente cambierà per sempre le produzioni cinematografiche hollywoodiane e la stessa Settima arte.
Uno dei maggiori esponenti di questo movimento è Martin Scorse. Nel 1976 scrive la storia del cinema con Taxi Driver. In questa pellicola seguiamo le vicende di Travis Bickle (Robert De Niro), reduce della guerra del Vietnam che fa fatica a riadattarsi alla vita civile. Soffre di insonnia e così decide di impegnare le notti con un lavoro da tassista che lo porterà a girare tutti gli angoli di New York. Quello che Travis trova dopo l’esperienza traumatica della guerra è una città, un mondo, alla deriva. Strade zeppe di criminali, povertà dilagante; il tramonto della civiltà per la quale Travis credeva di aver combattuto in Vietnam.
Taxi Driver è in primis un film da guardare per rivoluzione visiva che Scorse porta sullo schermo, La violenza, il sangue in quest’opera scorrono brutalmente. Eppure il regista filma tutto con una sapienza che impediscono allo spettatore di distogliere lo sguardo e che sono funzionali a mandare un messaggio, a trasmettere un’idea. Taxi Driver è un film da guardare assolutamente ma è sopratutto che si vuole lasciar guardare, non da scampo allo spettatore e lo mette davanti agli effetti della guerra sull’uomo. Lo mette davanti al degrado urbano della grandi metropoli; fa anche riflettere su un certo tipo di politica lontana dalle persone comuni. Un’opera che non può mancare nel bagaglio di un cinefilo.
7 – Shining di Stanley Kubrick
Nella nostra classifica dei film da guardare assolutamente non poteva mancare almeno un’opera del rivoluzionario e visionario Stanley Kubrick. Il regista ha fatto incursioni in molti generi, confezionando quasi sempre capolavori che hanno segnato la storia del cinema. Nel 1980 Kubrick si dà al genere horror e filma un incubo sanguinolento con Shining.
Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King Shining racconta storia di Jack Torrance (Jack Nicholson) che accetta un lavoro come guardiano dell’Overlook Hotel. L’albergo chiuso per la stagione invernale si trova sulle montagne innevate del Colorado, lontano dalla caos delle città. Jack accetta il lavoro e porta con se moglie e figlio, sperando che la quiete dell’albergo gli permetta di ritrovare l’ispirazione, egli è infatti uno scrittore in declino alla ricerca di nuova ispirazione. Oscure presenze però aleggiano sopra l’Overlook. La stanza 237 fu il luogo di un atroce omicidio. Il male sembra essersi impossessato di quei luoghi; questo male si manifesta a questi nuovi indesiderati ospiti con visioni orrorifiche che metteranno a dura prova la già fragile psiche della famiglia di Jack.
Shining, come gran parte delle opere di Kubrick, è un film da guardare per l’esperienza “visiva” in cui l’autore ci immerge. La rinomata cura maniacale per il dettaglio del regista rende ogni sequenza, anzi ogni scena, un vero esempio di perfezione artistica. Una perfezione geometrica che però Kubrick riesce a mettere al servizio del genere horror, riuscendo a toccare le corde giuste nello spettatore. Immersi in questa estasi filmica ci sentiamo angosciati e terrorizzati come sono i protagonisti. Inoltre la pellicola rimane nella storia perché per girarla Kubrick sperimenta al massimo delle potenzialità la Steadicam. Riesce così a muovere velocemente la macchina da presa senza che questa sobbalzi; questo espediente tecnico ci regala claustrofobica sequenza del labirinto. Momenti che hanno segnato la Settima arte.
8 – Pulp Fiction di Quentin Tarantino
Per l’ultimo decennio del millennio, dobbiamo necessariamente passare da Quentin Tarantino e dal suo sconquassante Pulp Fiction. Questo film del 1994 è considerato un vero e proprio spartiacque nella storia del cinema; un’opera che come un terremoto ha aperto il suolo delle Settima arte facendone fuoriuscire il cinema posto-moderno.
Ed è proprio il post-modernismo di Pulp Fiction che anzitutto lo rende un film da guardare per ogni cinefilo. La caratteristica dell’impianto dell’opera, e di tutto il cinema di Tarantino, è quella del “citazionismo”, quasi esasperato, di scene, sequenza e colonne sonore. Citazioni però che non risultano un collage inconcludente ma, grazie alla genialità del regista, danno vita a qualcosa di mai visto ed inimitabile. Il tutto è sostenuto da una sceneggiatura e dialoghi, con ritmi incessanti che non permettono di distogliere lo sguardo per nemmeno un secondo. Lo spettatore è intrappolato tra un “omaggio” ai maestri del cinema, di qualsiasi genere, e un colpo creativo senza precedenti del regista.
La forza di Pulp Fiction e di Tarantino stanno però anche nel fatto che riesce ad ingabbiare anche chi non coglie le citazioni. Un film da guardare assolutamente non solo per cinefili ma per chiunque. Infatti la storia narrata riesce a non perdere un briciolo di forza anche come film a se stante. La frammentazione in capitoli permette di entrare nelle storie e nelle vite dei personaggi, i quali ruotano tutti attorno ad un perno. Marsellus Wallace. Un boss di una zona di Los Angeles, con i suoi traffici e i suoi affari. E attorno al suo business si intrecciano le storie di personaggi a tratti surreali, a tratto “troppo comuni” per essere gangster, e che hanno fatto di Pulp Fiction un film iconico in ogni suo frame, vere e propria storia del cinema.
9 – Il Petroliere di Paul Thomas Anderson
Se gli anni ’90 sono stati segnati da Tarantino e il suo post-modernismo, per il nostro film da guardare dei primi anni 2000 andiamo al superamento del cinema post-moderno. Andiamo al Il Petroliere di Paul Thomas Anderson.
Nel 2007 il regista P.T Anderson crea un’opera senza precedenti. Un’opera in cui la cultura cinematografica e il fenomeno del cinema delle citazioni vengono masticati e digeriti in un risultato innovativo ed inimitabile a sua volta. I campi lunghissmi del deserto degli Stati Uniti, sono immagini potentissime che fanno da cornice non ad un semplice film, ma un trattato antropologico e storico. Un’opera che se pur recente è già storia del cinema.
Un trattato antropologico che racchiude in se tutta la storia della civiltà occidentale in due personaggi, Daniel Plainview (Danel Day Lewis) e Eli Sunday (Paul Dano). Un trattato storico perché ricostruisce l’essenza dei “pionieri” degli USA che stabilitisi in terre inospitali hanno cercato di far fortuna cercando oro e, sopratutto, petrolio. La storia di questo Daniel Plainview che da cercatore solitario d’argento, costruisce un impero del petrolio. Impero le cui fondamenta sono però l’avidità, la vendetta, l’egoismo e soprattutto il sangue dei nemici. A tentare di far crollare l’impero di Daniel c’è un altrettanto ambizioso Eli, che con la divulgazione della “sua” parola di Dio, non aspira ad altro che la possibilità di dominare la vita delle persone.
Un film da vedere e rivedere decine di volte perché qui la Settima arte si respira ad ogni inquadratura; un film non immediato, ma che è necessario perché fa riflettere sulla condizione dell’uomo e, in particolare, dell’abitante dell’occidente, fortemente condizionato dal sogno americano.
10 – The Tree of Life di Terrence Malick
Alla fine di questa corsa troviamo un’altra rivoluzione della storia del cinema. Questa volta portata avanti da un solo uomo, Tarrence Malick. Il solitario regista nel 2011 da alla luce un trattato, l’ennesimo della nostra lista, filosofico. Questo è Tree of Life, un saggio di filosofia. Quest’opera è dunque un film da guardare assolutamente, ma poi studiare per trarne appieno gli insegnamenti che da questa storia traspaiono.
La rivoluzione che Malick porta avanti con questo esperimento rende anche difficile darne una trama, anche se questa è facilmente individuabile. La vicende che capitano ai personaggi però sono una scusante che serve all’autore per destrutturare il cinema come lo intendiamo noi. Il risultato è pura estesi visiva. Il montaggio alternato tra la nascita dell’universo e della vita e la nascita si una famiglia è spesso spezzato a propria volta da fermi immagine di pura contemplazione, con un fotografia (diretta da Emmanuel Lubezki) che rende Tree of Life un’opera da esposizione nelle gallerie d’arte.
La destrutturazione del cinema moderno prosegue anche nel modo in cui la narrazione si svolge. Spesse volte i personaggi dopo una sequenza dialogata si trovano soli con i propri pensieri, un flusso di coscienza al quale lo spettatore partecipa. Un flusso di coscienza che esprime i dubbi di ogni uomo della terra, dubbi che ci assalgono davanti a determinati avvenimenti della vita. Dubbi che Malick, per quanto fine intellettuale, non vuole risolvere. Ma fa di più da ha lo spettatore gli strumenti, un metodo, per darsi le risposte. Ecco Tree of Life è un’opera sul metodo, sul metodo anche nel cinema. Insomma un film da guardare perché fonde in maniera perfetta “la novità” della sperimentazione visiva a “la vetustà” della natura dell’uomo, che da quando esiste si pone sempre le stesse domande.