I migliori film di Carlo Verdone da vedere: i classici, le maschere e quelli da riscoprire
In occasione dei suoi 70 anni, ecco una lista di dieci film di (e con) Carlo Verdone
“L’uomo che guarda”. In quest’espressione fulminante ed emblematica, Sergio Leone ha racchiuso in una sola frase tutta la spinta artistica e l’identità poetica di Carlo Verdone che dal suo esordio televisivo del 1977 ha saputo raccontare con ironia e disincanto i cambiamenti della nostra società. Verdone ci restituisce attraverso un’osservazione spesso bonaria e priva di ogni giudizio morale un ritratto grottesco di tutto ciò che ci circonda. Attraverso il suo folto catalogo di maschere caratteriali l’attore e regista romano ha infatti descritto e riportato sullo schermo difetti e virtù umane, facendo della risata l’amara consapevolezza di una realtà in continuo disfacimento. In occasione dei suoi 70 anni vi vogliamo presentare una lista di dieci film di Carlo Verdone da vedere e recuperare. L’obiettivo è ripercorrere cinematograficamente la sua carriera quarantennale, iniziata nel 1980 con un Sacco Bello; esordio che lo consacrò nel pantheon della comicità all’italiana
Approfondiremo non solo il Verdone regista ma anche il Verdone attore; cercando così di raccontarlo nella sua doppia veste. Quella di narratore di storie e quella di interprete gestuale e caratteriale di personaggi diventati ormai simbolo. Dai classici come Viaggi di nozze e Sono pazzo di Iris Blond fino a quelli da riconsiderare come Al Lupo, al lupo o Stasera a Casa di Alice. Si cercherà di ripescare titoli più o meno conosciuti per suggerire al lettore una visione nuova. Ecco quindi la lista dei migliori film di Carlo Verdone da vedere assolutamente.
Indice
Le maschere − Film di Carlo Verdone da vedere
Borotalco
“E st’olive ‘e senti, queste so’ greche, aho!“. La storica battura scambiata fra il pavido Sergio e il futuro suocero Augusto (Mario Brega) che costringe il genero ad assaggiare le olive vendute nel suo stesso alimentari, raffigura in un’immagine l’oppressione familiare subita dal protagonista. L’uomo è costretto in una relazione amorosa infelice e un lavoro, quello del venditore porta a porta di enciclopedie musicali, che fatica a portare avanti con successo. Un giorno Sergio s’imbatte in un “cargo battente bandiera liberiana”, ovvero la vita di Manuel Fantoni (Angelo Infanti), uno spaccone che vanta una vita esagerata e libertina a stretto contatto con i divi di Hollywoood.
Attraverso l’espediente narrativo dello scambio di persona, Sergio si ritroverà a sedurre Nadia (Eleonora Giorgi), una giovane stralunata e naif con la passione per Lucio Dalla che con più successo del suo collega fa il suo stesso lavoro. La finzione dell’essere quel che non si è diventa escamotage per Verdone di ritrovare la sua capacità imitativa e macchiettistica sotto altra forma, grazie all’aiuto di Enrico Oldoini sceneggiatore di numerosi film comici italiani di successo. Verdone con Borotalco racconta una favola romantica sull’illusione e la triste realtà, l’impalpabilità del sogno che piano piano scompare come fosse polvere di borotalco.
Viaggi di Nozze
Raniero e Fosca, Jessica e Ivano, Giovanni e Valeriana. Tre coppie stanno per sposarsi e partire per il viaggio di nozze dei loro sogni.Verdone attraverso un’inedita struttura episodica sviscera le dinamiche di coppia di tre nuclei familiari appena formati e che racchiudono in sé aspetti diversi della società. Verdone si fa in tre: c’è il dottor Raniero sempre reperibile per i suoi pazienti, poi il coatto Ivano che non perde la libido neanche a 220 km orari e infine lo sfigatissimo Giovanni che trascinato da doveri familiari fatica a godersi la meritata crociera.
Scritto dal trio vincente Verdone-Benvenuti-De Bernardi, Verdone si affianca a tre grandi attrici. Veronica Pivetti che incarna benissimo la fragilità di Fosca, Claudia Gerini perfetta nei panni dell’esuberate e svampita Jessica e infine Cinzia Mascoli nel ruolo di Valeriana, anch’essa succube di una famiglia narcisista e problematica. Il film uscito nel 1995 è stato campione d’incassi nazionale con un totale di 30 miliari di lire al botteghino. Nella lista dei dieci film di Carlo Verdone, Viaggi di Nozze è di certo uno dei titoli di maggior successo del regista.
Gallo Cedrone
Considerato come uno dei film meno riusciti della carriera di Verdone, Gallo Cedrone in realtà andrebbe rivisto e riscoperto perché ha molto da dire. La storia è quella di Armando Feroci (Verdone), un volontario della Croce Rossa che viene rapito da un gruppo arabo islamico. Mentre in città molti movimenti religiosi si battono per l’immediato rilascio, tramite diversi flashback ci viene rivelata la vera identità dell’uomo che sembra essere esattamente l’opposto di ciò che appare. Armando infatti, prima di apparire al mondo come un timorato di Dio a seguito di un coma dovuto ad un incidente stradale, era un marpione truffaldino e mitomane che dopo il divorzio con la moglie amava passare le sue giornate in un club di fan di Elvis.
Dopo l’incontro con la moglie cieca del fratello (Regina Orioli), i due decidono di partire in macchina per un viaggio in Italia che culminerà in quel fatidico incidente. Anni dopo Feroci deciderà di intraprendere la carriera politica. Irriverente, arguto e di forte attualità Gallo Cedrone è la summa della sfrontatezza, l’inconsapevolezza e la degenerazione dell’uomo. Non a caso il protagonista deciderà di fare il politico e proporre in quell’indimenticabile arringa finale ai piedi del Tevere, un progetto politico che non sembra frutto di una sceneggiatura.
I classici – Film di Carlo Verdone da vedere
Maledetto il giorno che t’ho incontrato
L’ansia, L’Inghilterra, Jimi Hendrix. Maledetto il giorno che t’ho incontrato è il film più autobiografico di Verdone che concentra in una sola opera tutte le sue debolezze e le sue passioni. Bernardo Arbusti è un quarantenne critico musicale trasferitosi a Milano con la sua compagna Adriana (Elisabetta Pozzi). Tornato a casa dopo un’intervista su Hendrix, l’uomo apprende che la sua amata ha intenzione di lasciarlo per trasferirsi con un affascinante reporter francese più virile di lui. In preda all’ansia e alla paranoia, Bernardo inizia un percorso terapeutico e nello studio del suo psicologo incontra Camilla (Margherita Buy) anch’essa dipendente dagli ansiolitici e con una vita amorosa impossibile. Camilla e Bernardo sembrano essere gli unici a capirsi, ma dopo una brusca litigata i due non si parleranno per mesi.
La svolta avviene quando i due si incontrano fortuitamente a Londra e decidono di andare in Cornovaglia per scoprire i misteri dietro l’irrisolto caso della morte di Hendrix. Con Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Verdone dirige, interpreta e scrive (con Francesca Marciano) una delle commedie italiane più belle per la sua capacità di parlare di nevrosi, ansie, tic e fobie di una coppia improbabile ma che ritrova nell’altro uno specchio in cui riflettersi e dunque comprendersi. Sulla linea di Harry ti presento Sally o le commedie di Woody Allen, il film è la perfetta storia d’amore in tempi di crisi in cui la realtà fa sempre più paura e ci si rifugia in comfort zone apparenti che ci fanno convivere con le nostre ansie. Il film ha vinto cinque David di Donatello (Migliore sceneggiatura, Miglior attore protagonista, Migliore attrice non protagonista a Elisabetta Pozzi, Miglior fotografia e Miglior montaggio).
Sono pazzo di Iris Blond
Dopo Maledetto il giorno che t’ho incontrato, con Sono Pazzo di Iris Blond Verdone torna a parlare di musica e in particolare della creazione in divenire di un duo di musica sperimentale nato per caso per le vie di Bruxelles. Verdone è Romeo Spera, musicista da crociera che ingaggiato dalla cantante Marguerite si trasferisce con lei in Belgio. Ma l’infelicità e l’insoddisfazione è dietro l’angolo. La vera svolta artistica e sentimentale arriverà quando in un fast food in piena notte incontra l’italiana e biondissima Iris (Claudia Gerini). I due decideranno di metter su gli “Iris Blond and The Freezer” riscuotendo un buon successo. Fino a che, una proposta discografica che lascia da parte il povero Romeo, porrà fine al gruppo e all’amicizia fra i due.
Il film, che avvia il sodalizio con la Gerini, vive nel corso della propria narrazione un cambiamento drastico di registro. La prima parte è più classica, dedicata all’infelicità di Romeo costretto al pianoforte a suonare i successi di Jacques Brel. La seconda è più graffiante grazie atonalità più contemporanee ed elettroniche, per il finire degli anni 90 era davvero innovativo e avanguardista. Tra i grigiori del cielo belga e la ricercatezza dei costumi e della messa in scena, Iris Blond è certamente il film verdoniano più internazionale della sua filmografia.
7 chili in 7 giorni
Se con Maledetto il giorno che t’ho incontrato Verdone ha sapientemente messo a nudo la mania e l’inarrestabile ascesa dell’uso di ansiolitici nella società italiana d’inizio anni ’90, in 7 chili in 7 giorni il fratello Luca Verdone dirige il fratello Carlo e l’amico Renato Pozzetto in una commedia che anticipa un’altra ossessione tutta occidentale: quella delle cliniche del dimagrimento e la fissa dei chili di troppo. Nel film i due sono Alfio Tamburini e Silvano Baracchi, ex compagni d’università che a seguito di una carriera medica che fatica a decollare decidono di mettere in piedi una moderna clinica per curare l’obesità in soli sette giorni.
Senza neanche dirlo, quell’idea, sorretta da alcun tipo di conoscenza ed etica, finirà per sfociare in strani trattamenti dimagranti. I due si districheranno tra assurdi allenamenti, cene in cui il paziente deve solo “immaginare” di mangiare senza farlo per giorni e marchingegni senza alcun senso. Nel cast del film, scritto con gli storici sceneggiatori Benvenuti e De Bernardi, anche Elena Fabrizi. La sora Lella è la sora Rosa, l’anziana signora che ama mangiare ma è costretta a perdere peso. Le risate sono assicurate.
I film da riscoprire– Film di Carlo Verdone da vedere
Io e mia sorella
Nella tranquilla cittadina umbra di Spoleto, la vita di Carlo e Serena (Elena Sofia Ricci), oboista e violoncellista senza figli, viene sconvolta dall’arrivo della sorella di lui dopo la morte della madre. Silvia (Ornella Muti) trascinerà il fratello in un viaggio fra l’Ungheria e l’Inghilterra, prima nel disperato tentativo di recuperare il figlio avuto con un ungherese, poi per riappacificarsi con l’uomo sposato con cui ha da poco intrapreso una relazione. Al suo ritorno a casa però Carlo non troverà più la moglie, incapace di accettare una situazione familiare totalmente caotica. Con Io e Mia Sorella, Carlo Verdone alla regia e nel cast, gioca ancora una volta la parte dell’uomo sconfitto, teso e conteso fra due figure femminili più forti e carismatiche.
Il film che nel 1988 vinse due David di Donatello (miglior sceneggiatura e miglior attrice non protagonista alla Muti) è uno dei titoli meno conosciuti al grande pubblico. Vale sicuramente la pena recuperarlo per apprezzare non solo la sua affinità di tipo attoriale con le due attrici femminili ma anche per riflettere, come solo lui sa fare, sulle dinamiche familiari e amorose della borghesia benpensante.
Stasera a casa di Alice
In Stasera a casa di Alice, Verdone e Castellitto sono i cognati Filippo e Saverio, gestori di un’agenzia di viaggi religiosi nel cuore di Roma. Dopo varie peripezie ed equivoci divertenti, i due si ritrovano innamorati segretamente della stessa donna, la sensuale e instabile Alice (Ornella Muti). La ragazza vive fra mille difficoltà con la sorella minore depressa, in un appartamento affittato dallo stesso Filippo. Una doppia infatuazione che metterà in crisi entrambe le loro certezze nell’istituzione matrimoniale.
La sensualità femminile e la sua capacità di manipolazione degli uomini, ancora una volta dipinti come fragili e nevrotici, sono il centro narrativo di un film davvero divertente. La pellicola trova nel triangolo Verdone-Muti-Castellitto una comicità in bilico costante fra radicalizzazione del piacere maschile ed esaltazione della forza erotica e sensuale. Ornella Muti è dunque una femme fatale, l’oggetto ma soprattutto soggetto del desiderio idealizzato. Fra gag spassose e situazioni imbarazzanti Alice mostrerà tutta la debolezza dei soggetti maschili che sconvolti dal destino, rimarranno con l’amaro in bocca.
Al lupo, al lupo
Se i ricordi d’infanzia e le dinamiche personali della sua famiglia d’origine, sono state una delle principali ispirazioni narrative di tutto il suo cinema, nel film Al Lupo, al lupo del 1992 Verdone mette in scena la storia di tre fratelli che dopo l’incomprensibile scomparsa del padre nello stesso giorno in cui sta per ricevere un importante premio musicale, si mettono in viaggio per cercarlo. Quel viaggio nei luoghi d’infanzia tra Siena e la Maremma, per i tre fratelli Vanni (Sergio Rubini), Livia (Francesca Neri) e Gregorio (Verdone) sarà l’occasione per ritrovarsi nelle loro diversità. Provando insieme a ricostruire un rapporto fatto d’incomprensioni, dissapori e colpe reciproche.
Verdone racchiude metaforicamente in un film agrodolce l’amore per il padre Mario e quello per i fratelli Silvia e Luca. I primi venti minuti infatti non sembrano affatto una commedia. Ma anzi, gettano le basi della suspense legata al mistero della scomparsa di un uomo molto anziano. La pellicola rintraccia la malinconia di un padre che sul finire dei suoi giorni avverte il peso del tempo e la necessità simbolica (e non solo) di imprimere nei suoi ricordi l’immagine di un momento felice. Questo sembra essere il posto delle fragole cinematografico del regista che con poesia e nostalgia mescola altrettanta ironia e risate. Un film imperdibile che entra diritto nella lista dei dieci film di Carlo Verdone da vedere.
Perdiamoci di vista
Si può ridere di tutto, purché il tema di cui si ride venga trattato con profondità e intelligenza. Lo sa bene Verdone che con Perdiamoci di vista racconta una storia di disabilità. Nel film infatti la risata non proviene mai dalla “ridicolizzazione” del disabile. Ma è piuttosto il limite degli altri e l’incapacità del “normale” a vedere oltre l’handicap, il vero elemento comico del film. Verdone è Gepi Fuxas, un conduttore insensibile di programmi di casi umani che durante la sua stessa trasmissione conosce Arianna (Asia Argento), ragazza disabile costretta da anni su una carrozzina.
Nel bel mezzo di una delle sue puntate la giovane prende la parola e attacca senza peli sulla lingua la vena trash del programma del conduttore. I due si rincontreranno poco tempo dopo e inizieranno a frequentarsi fino a che tra i due nasce del tenero. Sarà Gepy a non accettare la disabilità della ragazza che deve fare i conti ogni giorno con le difficoltà quotidiane di una società fatta di barriere architettoniche e pregiudizi. Tra accettazione e cinismo, Verdone sapientemente sostituisce con l’empatia il facile pietismo e rimpiazza con leggerezza la banale superficialità con cui spesso questo tema viene affrontato. Un must nella lista dei film di Carlo Verdone da vedere.