Gli scacchi nel mondo del cinema e delle serie tv
Dopo il successo globale de "La regina degli scacchi" è scacchi-mania.
La miniserie La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit) sta spopolando su Netflix, e ha riportato sotto i riflettori il nobile gioco degli scacchi. La serie ha ricevuto elogi dalla comunità scacchistica per la sua rappresentazione del gioco e dei giocatori. Perfino il Campione del mondo Magnus Carlsen l’ha citata in un post su Instagram, dandole un voto di 5 su 6. Il prodotto ideato da Scott Frank è però solo l’ultimo di una lunga serie, sono infatti molti i registi che hanno parlato del mondo degli scacchi all’interno di film e serie tv.
Rivediamo insieme alcuni di questi: si passa da una celebre serie di nerd a un blockbuster di supereroi; dalle vicende di un investigatore atipico ad un racconto in bianco e nero che ha fatto la storia del cinema. I meccanismi del gioco sono affascinanti e complessi, richiedono concentrazione e astuzia unitamente ad una grande capacità di previsione delle mosse avversarie. 64 caselle, 32 pezzi e infinite combinazioni possibili. Siete pronti a fare la vostra mossa?
Indice
- Il settimo sigillo
- Blade Runner
- In cerca di Bobby Fischer
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Sherlock Homes – Gioco di ombre
- Mr. Robot
- La grande partita
- Queen of Katwe
- X-Men: Dark Phoenix
- Qualcosa di meraviglioso
Il settimo sigillo (1957)
Il settimo sigillo è la trasposizione cinematografica della pièce teatrale Pittura su legno, che lo stesso Bergman aveva scritto nel 1955 per la sua compagnia. Il protagonista Antonius si trova in riva al mare e all’improvviso sopraggiunge la Morte, personificata in un uomo vestito di nero. Questa è venuta in visita per portarlo con sé, ma lui le chiede di attendere, è troppo presto. Prima potrebbero sfidarsi ad una partita di scacchi, e se l’uomo vince, la Morte dovrà lasciarlo ancora tra i viventi. Ecco che la partita diventa la metafora dell’attaccamento degli esseri umani alla vita. Combattendo per sconfiggere il nemico più temuto, Antonius cerca di tardare più che può la sua fine.
Ma si può davvero dare scacco matto alla Morte? Senza dubbio Antonius si diverte nella lunga partita che è la vita, è arrogante e crede di avere la vittoria in pugno. Consiglia addirittura all’oscurità di proteggere il proprio re, messo in pericolo dalla sua astuzia. La Morte ha fretta, vuole proseguire il suo lavoro di mietitura, ma l’uomo la invita a prendersi del tempo, perché gli scacchi sono un gioco di pazienza e attese. Dall’altro lato, Antonius sembra cedere, di tanto in tanto: lottare è logorante, impegnativo. Prova allora a far cadere i pezzi sulla scacchiera, confondere il punto in cui la partita è arrivata. Ma purtroppo, la Morte ricorda benissimo le mosse dell’uomo, e non perde occasione per ripristinare tutto al punto in cui era.
Blade Runner (1982)
La lotta tra umani e replicanti nel film di Ridley Scott viene evidenziata anche con l’aiuto di una partita a scacchi. In una Los Angeles distopica dell’anno 2019, il benestante Roy Tyler e l’ingegnere JF. Sebastian cominciano la partita quando il primo è nella sua casa pronto a coricarsi e il secondo vuole raggiungerlo con brutte intenzioni. L’ingegnere ordina quindi diverse mosse all’uomo, che risponde muovendo a sua volta delle pedine sulla sua scacchiera personale. Sebastian è però avvantaggiato dal replicante che lo accompagna, Roy.
L’atmosfera è tesa e l’ambientazione futuristica è così lontana dalla nostra realtà da farci percepire una distanza che può essere colmata solo dal gioco. Un gioco che tutti noi conosciamo, e che vive di strategia e rischio. Un po’ come ciò che accade tra i personaggi. La partita rende omaggio ad un incontro reale che ebbe luogo il 21 giugno 1851 a Londra, tra Adolf Anderssen e Lionel Kieseritzky. Questa è chiamata l’immortale perché Anderssen sacrificò entrambe le torri e la donna dando poi scacco matto all’avversario usando i tre pezzi minori rimasti. Fu un incontro informale giocato durante una pausa del torneo ufficiale, ed è diventato così celebre che Scott ha deciso di celebrarlo nella sua pellicola, facendo leva anche sul concetto di immortalità dei replicanti e mortalità dell’uomo.
In cerca di Bobby Fischer (1993)
La storia narra le vicende del giovane Josh, che passa la sua vita ad allenarsi per diventare uno dei più bravi giocatori di scacchi della sua nazione. La scena che prendiamo in considerazione lo vede contrapporsi a Bruce, il suo allenatore. Questo gli consiglia di immaginare che i pezzi vengano eliminati dal gioco uno per uno, fino a che rimane solo il re; questi calcoli mentali Josh non riesce a farli senza spostare davvero i pezzi, ma Bruce lo spinge a provarci. Ad astrarre la mente e focalizzarsi solo sulle sue prossime mosse. Per metterlo ancora di più alle strette, l’allenatore butta a terra tutte le pedine, così che Josh debba guardare una scacchiera vuota e superare l’ostacolo che si trova davanti.
Altra scena chiave che vede gli scacchi protagonisti in questo film è quella che vede Josh contro l’avversario Jonathan. Entrambi sono arrivati alle finali del campionato nazionale, e Josh comunica all’altro che se non vuole perdere, può ritirarsi e dividere il titolo di vincitore. Senza nemmeno muovere una pedina, il protagonista annuncia la sua vittoria e lascia sgomento l’avversario e il pubblico. Jonathan tuttavia prosegue il gioco e la situazione si scalda quando cominciano a mangiarsi i pezzi a vicenda, alzandosi in piedi e in modo sempre più concitato.
Harry Potter e la pietra filosofale (2001)
Nel primissimo film della celebre saga magica, gli scacchi compaiono quando Harry, Hermione e Ron stanno cercando di superare l’ennesimo ostacolo che li separa dalla pietra filosofale. Questa è una pietra magica in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e di produrre un elisir di lunga vita. Quando la strada è sbarrata dai pedoni armati che stazionano sull’enorme scacchiera, Ron prende in mano la situazione. Chiede ad Harry di salire sulla torre, e ad Hermione di guidare la regina. Lui invece sarà il cavaliere che guiderà uno dei due cavalli.
Dirigere i giochi da quell’angolazione e sapendo che le armi delle pedine funzionano davvero e sono distruttive, non è affatto semplice. Dopo un primo momento di sconforto, i maghetti accettano di fidarsi di Ron e giocare una partita che vede le loro vite in palio. Tutto sembra procedere per il meglio, fino a quando arriva il momento di scegliere. Il pezzo guidato da Ron deve sacrificarsi per salvare Harry, perché è quest’ultimo che dovrà proseguire il gioco ovvero la lotta contro il male. Quando il cavallo viene frantumato in mille pezzi, Ron cade e sviene, ma gli amici sono pronti a prestargli soccorso. Non prima però di aver terminato la partita.
Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011)
Sherlock Holmes, aiutato dal fedele dottor Watson, si ritrova a dover giocare in solitaria una partita di scacchi quasi mortale in “Sherlock Holmes – Gioco di ombre”. L’avversario è l’acerrimo nemico Moriarty. In questo caso la partita sta a rappresentare la continua lotta tra il bene e il male e tra Sherlock e la sua nemesi. L’esito darà come vincitore proprio il protagonista, che trionferà anche grazie al suo “lieto fine”. Mentre i due giocano, le vicende intorno a loro si fanno movimentate e le parole scivolano veloci sui temi cari all’investigatore, come per esempio il suo amico fidato.
Tramite continue metafore, i personaggi vengono paragonati ai pezzi sulla scacchiera. Quando Mortiarty dice all’investigatore che ha perso il suo pezzo più prezioso, Sherlock risponde che a volte per essere vincenti bisogna sacrificare qualcosa. Ecco che quando il primo lascia la partita, torna sui suoi passi perché il sapore della sfida è troppo intrigante. Sembra che il gioco sia stato ispirato ad una reale partita tra Bent Larsen e Tigran Petrosian tenutasi nel 1966 a Santa Barbara.
La grande partita (2014)
In questo film il campione di scacchi Bobby Fischer si prepara per la finale del titolo mondiale di scacchi e vola in Islanda, dove affronterà il campione russo Spasskij. La loro sfida passerà alla storia come l’incontro del secolo. Ecco che ritorna l’omaggio al giocatore di scacchi Fischer, già soggetto della pellicola In cerca di Bobby Fischer, nella quale però è mostrato bambino. Qui è già un adulto e la determinazione che lo spinge a ponderare ogni sua piccola mossa durante il match lo rende comunque abbastanza tranquillo.
L’avversario russo invece è sempre più a disagio e messo alle strette: non vuole perdere il suo primato e capisce che il ragazzo sa il fatto suo. La partita mostrata davanti alla cinepresa fa riferimento al campionato del mondo di scacchi del 1972, passato alla storia con l’appellativo di incontro del secolo. La scena mostra come dopo solo poche mosse si apra un ventaglio enorme di opzioni da considerare. Tante quante le stelle di una galassia, abbastanza per confondere un uomo o per celebrarlo nell’olimpo dei campioni.
Mr. Robot (2015-2019)
In questo caso non si parla di scacchi in un film ma all’interno di una serie tv. Il prodotto televisivo in questione ha come protagonista il giovane ingegnere informatico di New York Eliott, che lavora come esperto di sicurezza informatica. Oltre a questo, tratta le persone come computer da hackerare per scoprirne i segreti più intimi, spesso agendo come una sorta di giustiziere informatico. In un episodio della seconda stagione, decide che è giunto il momento di giocare a scacchi per il suo futuro. Deve infatti scendere a patti con un certo Mr. Robot, uomo misterioso che lo vuole manovrare per le sue abilità informatiche. Eliott non vorrebbe accettare, ma sa che l’altra parte di sè vive per questo.
L’altro gli propone così una sfida a scacchi: se il ragazzo vincerà, potrà liberarsi una volta per tutte di Mr. Robot. Eliott si confronta con il vicino di casa Ray, e sembra allontanare la consapevolezza che Robot sia solo nella sua mente. Ancora una volta, le mosse ricordano una partita più famosa, quella tra Anderssen e Kieseritzky, la cosiddetta immortale. I due concludono la partita con uno stallo, ma Eliott perde: non riesce a far tacere le voci sentro di sè. Il giovane informatico sembra ossessionato da questa presenza oscura che lo logora, ma non può fare a meno di stare a sentire i suoi pensieri assordanti. Interessante notare come questo gioco sia sempre scelto per determinare la sorte dei personaggi, in bilico tra la vita e la morte, tra il pericolo e la salvezza, tra il raziocinio e la follia.
Queen of Katwe (2016)
La giovane Phiona Mutesi vive in una baraccopoli chiamata Katwe insieme alla famiglia. Quando incontra Robert Katende, membro di un’associazione missionaria cristiana, conosce gli scacchi e se ne innamora. Oltre a fare l’allenatore di calcio, Robert insegna ai bambini a giocare a scacchi in un centro locale. In poco tempo diventa la migliore giocatrice del suo villaggio. Il messaggio delle scene di questo film in cui la protagonista gioca a scacchi è chiaro e significativo: lottare per realizzare un sogno che sembra impossibile e lontano da noi non è da sciocchi. L’allenatore spinge Phiona a non mollare davanti alle difficoltà, sia nella vita che nel semplice gioco.
Un gioco che alla fine aiuta la protagonista a migliorare il suo tenore di vita, un’occasione per ricattarsi solo attraverso il proprio talento. Non tutti i match sono pacifici, per Phiona. La giovane netra subito in sintonia con la scacchiera improvvisata dipinta su una tavola di legno quando sfida un altro ragazzo del villaggio e lo batte. Ogni volta che la ragazza si trova davanti ai pezzi, sa che deve lottare per più di ciò che sembra. Inoltre, il film stressa il fatto che gli scacchi sono un gioco che unisce giovani e anziani, donne e uomini, senza distinzioni e con pari opportunità per tutti.
X-Men: Dark Phoenix (2019)
Gli scacchi sono una costante in questa saga di supereroi, e vedono sempre come avversari Charles Xavier ed Erik Lehnsherr, rispettivamente il Professor X e Magneto. Non è escluso nemmeno l’ultimo film della saga, con protagonista Jean Grey, alla scoperta dei suoi enormi poteri di telecinesi. I due personaggi non perdono occasione per farsi la guerra, per poi tornare a lottare per gli stessi obiettivi. Una costante che caratterizza il rapporto degli amici, sempre in bilico tra amore e odio. Ma parliamo della scena dopo i titoli di coda.
Charles è seduto ad un caffè e viene raggiunto da Erik; si domanda il motivo per cui l’amico/nemico si trovi lì, e Magneto gli spiega che gli deve la vita. Il Professore gli ha offerto un tetto sulla testa, una missione per salvare i mutanti e la possibilità di fare del bene. Ora è il momento di ricambiare il favore: Erik chiede di partecipare ad una partita a scacchi, in onore dei vecchi tempi. Questo finale ci fa presagire che ci saranno sicuramente altre occasioni in cui i due dovranno combattere fianco a fianco o in fazioni opposte, e i loro momenti “intimi” nei quali riconoscersi e rinnovare un’amicizia di una vita ritornano sempre attraverso le partite di scacchi.
Qualcosa di meraviglioso (2019)
Il profugo Fahim giunge a Parigi dopo un viaggio difficile, che acquista tutto un altro sapore grazie agli scacchi. Il piccolo scopre di avere del talento e un grande spirito di osservazione, e lo nota anche l’allenatore di scacchi Sylvain. Inizia allora una conoscenza e un’amicizia che aiuta Fahim a migliorare nella strategia e che stupisce l’uomo per il grande potenziale che si trova davanti. Una storia difficile, questa, perché Fahim ha lasciato gli affetti e la guerra, una quotidianità di insulti perché era troppo abile nel gioco, un’infanzia dura.
Il ragazzino arriva, dopo molto allenamento, a partecipare al campionato francese del 2012. La vittoria è sua: porta a casa il premio per il campionato nazionale under 12. Sylvain non ha sempre pensato che avrebbe potuto farcela, perché in diverse partite il ragazzo sembrava non afferrare le strategie e non avere la stoffa. Poi invece, la svolta. Un film sugli scacchi toccante e che ancora una volta sottolinea come questo gioco possa rappresentare un vero e proprio ascensore sociale.
Avete dimenticato il più bello: “Mosse pericolose / La diagonal du Fou” di Richard Dembo, Oscar miglior film straniero 1987, match per il campionato mondiale tra il campione russo Akiba Liebskind (Michel Piccoli) e lo sfidante russo ma dissidente Pavel Fromm (Alexandre Arbatt), con la commovente partita alla cieca finale sul letto d’ospedale sul punteggio di 5-5 (in realtà un omaggio dell’allievo al vecchio maestro fuori da tutto il cancan da guerra fredda che aveva caratterizzato in precedenza il match).