Top: sono questi i migliori episodi di “Lost”?
Stagione 2, Episodio 7 – “The Other 48 Days”
Chiunque abbia già divorato la seconda stagione di “Stranger Things” sarà incappato nella temibile settima puntata. Una sorta di “parentesi” che illustra un’avventura solista della giovane Undici alle prese con altri individui super-potenziati e destinata a introdurre la terza stagione. Eppure, proprio la sua estraneità stilistica e tematica rispetto agli altri episodi, ha generato una “frattura” tra gli spettatori, perplessi di fronte a questa scelta produttiva. Spezzare il ritmo di una vicenda in maniera così inaspettata non è cosa per tutti e, sovente, si ottiene solo l’effetto di innervosire chi ti sta seguendo.
Anche in questo “Lost” fu precursore. Durante la seconda stagione gli autori rivelarono l’esistenza di un altro gruppo di superstiti allo schianto aereo sbalzati a chilometri di distanza dai protagonisti. Nell’esatto istante i cui i due gruppi finirono per collidere la storia fu interrotta per lasciare spazio a un intero episodio flashback. Gli spettatori furono lasciati con il fiato sospeso mentre tutto tornava al momento del disastro aereo per rinarrare l’intera prima stagione da un’altra prospettiva! Un espediente che, all’epoca, scatenò l’inferno sul fronte delle reazioni pubbliche ma che, a distanza di anni, risulta ancora ben congegnato.
Questa scelta narrativa, infatti, arrivava nel momento preciso in cui i protagonisti scoprivano di non essere gli unici sopravvissuti al disastro. Il suo posizionamento ai fini dell’intreccio non era un semplice “teaser” per potenziali sviluppi futuri, a differenza di “Stranger Things”. Questo episodio permetteva di rendere più comprensibili le dinamiche di gruppo nel corso della seconda stagione. Anche per titillare il pubblico serve talento!
Stagione 4, Episodio 5 – “The Constant”
Parliamo nuovamente di Desmond e, conseguentemente, di paradossi temporali. Mentre si cerca di dipanare il mistero della nave giunta a salvare (?) i naufraghi, il nostro scozzese preferito cade nuovamente vittima del magnetismo dell’isola. Stavolta il suo “viaggio nel tempo”, però, gli permetterà di intervenire concretamente sugli eventi e generare nuove conseguenze. Il suo rapporto con lo scienziato Daniel Faraday e, soprattutto, il suo amore mai sopito per Penny avranno una impennata destinata a cambiare la sua vita.
Il meccanismo dei flashback, caratteristica fondante di “Lost“, è stato più volte rielaborato e non soltanto con i sopracitati flashforward. Consapevoli del fatto che fosse impossibile protrarre questo espediente troppo a lungo gli autori si sono divertiti a idearne delle variazioni. Nel caso di Desmond, il suo ritrovarsi “sfasato nel tempo”, come se venisse catapultato su una frequenza diversa da quella degli altri, offre spunti stupendi.
Grazie alla sua capacità, Desmond riesce a intervenire nel suo passato e chiede a Penny un vero “Salto della fede”. A distanza di otto anni, quando il telefono suonerà alla Vigilia di Natale, nonostante i due ex-innamorati non si frequentino più, lei dovrà rispondere. All’altro capo della cornetta, Penny troverà l’uomo che sta sfidando le leggi del tempo pur di tornare da lei.
Il resto, come si suol dire, è Storia.
Stagione 1, Episodio 4 – “Walkabout”
Qualcuno ha detto che il vero Colpo di Scena è quello che almeno il 50% degli spettatori ha intuito prima. Significa che le basi per una sequenza a effetto vanno gettate lungo tutta la durata della storia. Sorprendere con una trovata clamorosa fine a se stessa è la maniera peggiore per svilirne il potenziale. David Fury, lo sceneggiatore di questo episodio, dimostra di avere perfettamente imparato la lezione.
Perché molti fan di “Lost” amano John Locke? Segnato da tragedie smisurate, vittima della sua voglia di sentirsi speciale, John è l’Uomo di Fede della serie. Disposto a tutto per vivere appieno l’isola e ciò che nasconde, Locke non si ferma di fronte a niente e a nessuno. Provocherà la morte di altri naufraghi, dubiterà di se stesso e della sua vita, affronterà minacce vecchie di secoli…lui è contemporaneamente Vittima e Carnefice della serie. Ma da dove nasce tutto questo? Perché Locke non vuole andarsene da quell’isola come tutti gli altri?
“Walkabout” è il primo episodio che si focalizza su di lui e sul suo passato. Ciò che lo rende memorabile è il metodo ammirevole con il quale accompagna lo spettatore verso la Grande Rivelazione finale. Lungo tutta la storia percepiamo che qualcosa non quadra, che non tutto è come sembra ma, solo negli ultimi minuti, la verità ci viene sbattuta in faccia.
Il mix tra furba scrittura, sapiente montaggio e la struggente interpretazione di Terry O’Quinn fanno il resto.
E voi? Approvate la nostra scelta o volete proporre altri episodi che ritenete più meritevoli? Fatecelo sapere!