Top: i migliori 5 (+1) film diretti da Clint Eastwood
3) Million Dollar Baby (2004)
Dopo un solo anno dal trionfo di Mystic River, Clint Eastwood riesce a ripetersi, e forse superarsi, con un altro film tratto da un racconto (“Rope Burns” di F.X. Toole), per il quale è regista, compositore e attore protagonista.
I temi del pessimismo e dell’irreparabilità della vita del suo lavoro precedente, in Million Dollar Baby si sviluppano in maniera diversa; sono caricati maggiormente da un alone affettivo, limitato però dalla durezza tipica delle opere di Eastwood.
Qui, lui è un padre imperfetto, reduce dalla chiusura non felice del rapporto con sua figlia; che però viene messo davanti all’impossibilità di abbandonare le vesti del “padre”. Una ragazza dalla determinazione e dalla testardaggine più forti delle sue, lo convincerà infatti ad allenarla in uno sport che sembra essere tipicamente maschile: la boxe.
E questo cedimento rappresenta l’inizio di un nuovo percorso fatto di altre sfide, altre prove da superare e nuove ondate di dolore da dover assimilare (come la riflessione sull’eutanasia).
Anche qui il cast è d’eccezione: una Hilary Swank nella sua (forse) performance migliore; un sempre ottimo Morgan Freeman e Mike Colter (Luke Cage) in uno dei suoi soliti ruoli da duro.
Il film diventa il vero protagonista degli Oscar 2005, ricevendo 7 candidature e 4 premi (Miglior film; Miglior regia; Miglior attrice protagonista e Miglior attore non protagonista). Inoltre riceve 2 Golden Globe (Miglior regia e Miglior attrice) su 4 candidature.
4) Gran Torino (2008)
Sceneggiato da Nick Schenk, Gran Torino è un’opera filmica di grande spessore, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sia per la trattazione del suo tema principale: il razzismo.
Qui Clint Eastwood rappresenta il modello del veterano di guerra tipicamente americano, convinto di poter impartire lezioni sulla vita (indimenticabili i dialoghi con il Padre Janovich), ma in realtà ancora in grado di imparare dall’esistenza.
Il titolo del film si riferisce ad un modello di un’auto italiana, la Fiat Gran Torino, che un ragazzino asiatico, suo vicino di casa, cerca di rubargli per superare la prova finale impostagli dalla gang di suo cugino maggiore. Data la sua goffaggine, però, viene colto in flagrante.
Thao, questo il nome del ragazzo, e sua sorella Sue, riusciranno ad insegnare al vecchio e scorbutico Mr. Kowalski il rispetto verso le altre razze, cambiandogli completamente la vita. Il prezzo da pagare, però, sarà molto alto.
Incredibilmente digiuno di Oscar (e di candidature), riceve solo una nomination ai Golden Globe (Miglior canzone) e un David di Donatello per il Miglior film straniero, oltre ad alcuni altri riconoscimenti minori. Inoltre la vera comunità Hmong, descritta nel film, ha criticato la pellicola per gli stereotipi ad essa legati.